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Le origini di Boniprati

La storia

La storia risale ai tempi antichi, quando l'area dell'Altopiano di Boniprati ebbe particolare rilevanza nell'alpeggio, specie per la bontà, come il nome testimonia, del fieno che vi si raccoglieva. L'importanza che gli abitanti delle comunità attorno davano a questo luogo di "boni prà", ovvero "prati buoni" facili e fertili da coltivare, si ricollega alle caratteristiche di particolari rilevanza per l'allevamento e il commercio dei prodotti caseari.  A partire dal XIX secolo lo straordinario sviluppo dell'allevamento di montagna nella zone circostanti di Castel Condino, Prezzo, Daone e Pieve di Bono aumentò l'importanza dei pascoli di Boniprati sia come zona di sfalcio per la fienagione che come stazione intermedia lungo il percorso che portava le mandrie dalle stalle alle malghe in alta quota e il contrario.

L' Altopiano di Boniprati si è formato in seguito allo scivolamento verso il basso della massa del Monte Melino. 

Nell' epoca glaciale, dal versante della Cima Pissola si staccò l'enorme massa del Monte Melino che poi si assestò lasciando a monte un'ampia nicchia di distacco individuabile nella vetta di Boniprati. 

Questa prosperità si interruppe bruscamente nel 1884, quando un'incendio distrusse il paese di Castel Condino e diede l'avvio al suo spopolamento. I pascoli dell'Altopiano di Boniprati, furono colpiti da due guerre mondiali e la crisi economica del '29 ma subirono particolarmente gli effetti dell'arrivo dell'industria idroelettrica. La costruzione delle dighe nella Valle del Chiese, ultimate nel 1958-59, segnò l'inizio dell'abbandono dell'agricoltura tradizionale e dell'allevamento in quota favorendo l'industria del fondovalle.

Da un lato lo sviluppo industriale ha portato al progressivo spopolamento dei comuni di montagna e dall' altro ha contribuito alla conservazione di questo ambiente tradizionale non contraddistinto dall'intervento umano.

Ne è un esempio il biotopo presente, costruito nel 1990 sulla torbiera che occupa la parte bassa della piana.

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